Bettelmatt skyRace 2016

Bettelmatt Sky Race Ultra Trail RaimondiNe hai trovato qualcuno?” mi chiede un ragazzetto con lo smartphone in mano. Avevo da poco terminato la 22 km della Bettelmatt SkyRace e trangugiavo giù bicchieri d’acqua a ripetizione. “Di cosa?” gli chiedo afferrando dal tavolo una banana. Lui sbatte gli occhi perplesso. “Ma… di Pokemon!

Pokechè??

Ascolta“, mi fa lui muovendo a destra e sinistra la sua mano elettronica. “Ma che ci sei salito a fare allora fin lassù?

Che ci son salito a fare! Avevo deciso la sera prima di partecipare alla Bettelmatt SkyRace nonostante, ormai chi mi legge lo sa, non abbia molta dimestichezza con i km. D’altronde io i km li conto con le dita e non è certo colpa mia se il buon Dio me ne ha messe solo dieci a vista d’occhio. Però poi mi son detto: e quelle dei piedi? Venti in totale. Ma sì per arrivare a 22 km della gara posso anche perdere il conto.

Ed ecco che alle 5 meno dieci suona la sveglia. Colazione e brum brum fino a Riale (VB) giusto in tempo d’iscrivermi e scaldarmi. La piana è un formicaio di colori come solo i corridori di montagna sanno creare. Le bandiere ed i gonfiabili degli sponsor sventolano tra il cielo azzurro ed il verde intenso delle montagne che a breve verranno illuminate dai raggi del sole.

Alle 8.15 parte la 35 km. Un quarto d’ora dopo è il nostro turno della 22 km. Fa freschetto ma non tarderanno a scaldarsi aria e muscoli. Nei primi metri è un ritrovarsi tra amici che non vedevo da tempo e runners abituali.

Il plotone si allunga sulla mulattiera che porta verso il Maria Luisa ed il Passo San Giacomo. Il primo km e mezzo è28111552350_0417116ef0_o corribile per poi impennarsi sul sentierino che taglia i tornanti. Di Pokemon nessuna traccia ma in compenso è già fatica e sudore. Mi trovo in 8-9° posizione. Davanti il Campione Italiano di Cross Triathlon Marcello Ugazio guida un gruppettino composto da Alessandro Turroni, Mattia Scrimaglia, Mauro Stoppini e Stefano Bianco. Io sono un poco più indietro in compagnia di Marco Gattoni. Sulle rampe del sentierino mi avvantaggio su Gattoni mentre la coda della 35 km mi incita nella mia corsa. Alle spalle Maurizio Mora sembra risalire posizioni.

Ma finalmente (e siamo solo al 3° km) il sentierino lascia il posto alla mulattiera. Il panorama si apre, il sole scalda le rocce e nel cielo non c’è una sola nuvola neppure a pensarla. Il tratto è a mio favore. Aumento il ritmo e, sorpassato il rifugio Maria Luisa, mi godo la salita corribile verso il confine Svizzero del Passo San Giacomo con il Lago del Toggia a farmi compagnia sulla destra. Tra i concorrenti della 35 km che riprendo (grazie a tutti quelli che mi hanno incitato) ci sono anche 2-3 della 22 km tra cui Cristiano Galletti.

Allo scollinamento del Passo San Giacomo (7,8 km di corsa) mi gridano che sono in 6° posizione ma non c’è tempo da perdere tuffandomi sul sentiero di terra che taglia i verdi prati Svizzeri scendendo per un centinaio di metri di dislivello. Ne approfitto per bere dalla piccola borraccia che mi son portato dietro e in men che non si dica riprendo Stefano Bianco che era rimasto accodato nei sorpassi.

Parlottando, sudando, staccandoci leggermente a vicenza ci facciamo però compagnia lungo tutto il versante Svizzero. Il sentiero è molto stretto con numerosi nevai da attraversare ma i concorrenti della 35 km son sempre gentili nel lasciarci passare appena possibile.

28372270426_ea9cb67e36_oVerso il 12° km raggiungiamo il Rifugio Corno ed è ancora salita. Le vallette sembrano non finire mai. Quando ormai sembra che stai arrivando al passo ecco un’altra valletta e la in fondo un sentierino con atleti che si stanno arrampicando sopra. E arriva così anche il Passo del Corno.

Qui iniziano i crampi agli aduttori sopratutto nell’attraversare i nevai. Un po’ i km, un po’ la sete, un po’ che non corro mai oltre l’ora. Ma non demordo e corro ai ripari massaggiandomi un poco in corsa, fermandomi a bere un sorso d’acqua dal ruscello e cercando di correre in linea. Il panorama è spettacolare con il ghiacciaio ed il lago del Gries a pochi metri da noi. Altro che Pokemon Go! Io vado alla ricerca di aria fresca, di sentieri nuovi d’attraversare. Tuttalpiù posso catturare i pensieri portati dal vento, posso contare le piccole nuvole bianche nel cielo o immaginare altre dita sulle mani per andare avanti nella mia corsa.

Ma una fitta ai polpacci mi ricorda che di dita finora credevo di averne solo dieci. Da dietro riappare Cristian Galletti che, poco prima del Passo del Gries, mi sorpassa e si avvantaggia di un centinaio di metri. Siamo al 16° km. La Svizzera alle spalle. L’Italia aperta davanti con la piana del Bettelmatt li in basso ed il Lago del Morasco là in fondo. Poi ci sarà anche Riale, più in basso ancora però.

Ma ora c’è solo discesa e mi ci getto facendo rullare velocemente i piedi sugli stretti tornanti del sentierino. In breve tempo raggiungo e sorpasso l’amico Stefano Bianco e mi getto alla caccia di Galletti e del 5° posto sempre avanti a me di 100m. Nella Piana del Bettelmatt mi fermo giusto il tempo per bere metà bicchiere di Coca Cola e via di nuovo sul sentierino che porterà al lago del Morasco ignorando i crampi ai polpacci.

I 20 km sono passati da poco. D’ora in poi non ne terrò più il conto. Mi distraggo facendo saltare lo sguardoBettelmatt Skyrace 2016 BUT dalla canotta blu di Cristiano davanti a me al blu del Lago di Morasco alla mia destra. La diga dice che è ancora ora di scendere lungo i sentierini che tagliano i tornanti. Qui salto un serpentello impaurito. Che sia un Pokemon in fuga? Non lo saprò mai perchè ora sono a caccia delle ultime mie energie rimaste in corpo. Queste si che le posso contare sulle dita. Ma non è ancora ora di riposare. C’è ancora la piana di Riale d’attraversare con la sua strada asfaltata di quasi 1 km e la sua chiesetta bianca la in fondo. Sotto, nascosta dalla sua collinetta, immagino già il gonfiabile d’arrivo.

Ora sono 15 i metri di distacco. Penso che fra poco berrò tanta di quell’acqua da farmi scoppiare la pancia. 10 m. Il sole è caldo sulla pelle ed il venticello mi carezza la faccia. 5 m. Cosa sarà mai 1′ di fatica dopo 2h e 5′ di corsa? Raggiungo Galletti. “Dai che andiamo assieme” gli dico. “E’ tutta tua, vai!” mi incita lui ed io aumento per tagliare poco dopo il traguardo con l’Antonio Capasso a scattar foto a raffica mentre un ragazzetto agitato si aggira con uno smartphone in mano attorno al tavolo del ristoro alzando lo sguardo appena mi avvicino.

CLASSIFICA 22 km (22,9 km da GPS)
UOMINI: 1° Marcello Ugazio (Azzurra Triathlon Team), 2° Alessandro Turroni (Ossola Sky Running), 3° Mauro Stoppini (Salomon), 4° Mattia Scrimaglia (Gs Bognanco), 5° Matteo Raimondi (Atl. Palzola), 6° Cristiano Galletti, 7° Stefano Bianco, 8° Stefano Venturato, 9° Maurizio Mora, 10° Paolo Vadi
DONNE: 1° Elena Colonna (Ossola Sky Running), 2° Arianna Matli (Caddese), 3° Daniela Bona

CLASSIFICA 35 km
UOMINI: 1° Cristian Minoggio (Team Salomon Valetudo), 2° Roberto De Lorenzi (Team Vibram Bellagio), 3° Riccardo Borgialli (salomon)
DONNE: 1° Emanuela Brizio (Valetudo), 2° Daniela Rota, 3° Cecilia Pedroni (Trailrunner Finale Ligure)

CLASSIFICA 83 km BUT (corsa il giorno prima)
UOMINI: 1° Giulio Ornati (Salomon), 2° Andrea Macchi (Team Eolo-Elmec), 3° Daniele Fornoni (Team Tecnica)
DONNE: 1° Simona Morbelli (Salomon), 2° Lara Crivelli (Team Vibram), 3° Michela Urh (Insubria Sky Team)

CLASSIFICA COMPLETA

Articolo della Stampa e sito di Formazzaevent. FOTO di Antonio Capasso

Foto by Andòcorri e Luigi Framarini

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