Bisognava far le ripetute

Running nightBisognava far le ripetute questa sera. Bisognava, si… ma siamo nel periodo invernale dove si può rimandare di giorno in giorno perchè è dolce lo stare leggermente fuori forma, il correre solo per correre, l’aspettare che qualche gara importante venga a bussare alla nostra porta presentandoci i suoi cataloghi di adrenalina.

Bisognava far le ripetute ma era solo una voce di sottofondo imbacuccata pure lei  sotto il copricollo tirato su fin sopra il naso. L’aria fredda graffiava gli occhi ed i lampioni scorrevano sempre uguali ai lati della strada. Ed è bello la sera quando il buio nasconde i rumori ed il silenzio ti fa compagnia.

Bisognava far le ripetute ma c’è il bosco ed i suoi sentieri oltre quella staccionata e nella penombra dello sterrato non se puede… E’ il bosco che ci chiama e che ci si può fare! Ma è solo una banale scusa per rimandare al domani… Eppure, senza che neppure te ne accorgi, basta una discesina sconnessa per farti aumentare il passo e far riaffiorare la nostalgia della fatica. Si, a pensarci bene non è poi così male sentirsi gonfiare i polmoni, sentir ripompare il cuore. Vuoi vedere che è il momento di  riconquistarsi la forma… ma no dai!

Eppure c’è un gatto laggiù in fondo. Se lo raggiungessi prima che si accorga della mia presenza… Abbasso gli occhi ed inizio a far scorrere questo mondo sotto l’impulso dei miei piedi. Rotola, rotola il mondo, pian piano prima e poi sempre più velocemente ma i gatti, sempre che poi sia stato un gatto, son scaltri e stavolta l’ha vinta lui. Ritorna la quiete nel mio corpo. C’è bisogno d’aria. Abbasso il copricollo. Una stella tra i rami. Ora non si vede più nascosta com’è nell’oscurità del bosco. “Forza“, penso aumentando di nuovo il ritmo. “Fino all’altra stella“. Spingendo guardo con un occhio il cielo nero e con l’altro il terreno sconnesso del bosco buio. Ma nessuna stella sembra spuntare. Che si sia rannuvolato? Quasi sto per desistere per la fatica quando eccola lampeggiare tra i rami che si aprono proprio mentre una civetta vola via disturbata dal mio ansimare.

Una luce di una casa isolata è il mio prossimo traguardo. La punto e, cascasse il mondo, non rallento fino a che non ne vengo illuminato. Poi una pianta abbattuta. Il primo rumore ascoltato. La macchina che non mi deve prendere. Il presepe fuori dalla chiesa. Continui confini al mio dolce soffrire. Giochi nella notte o fartlek come lo chiamano gli specialisti. Che sia la volta buona per ritornare in forma? E che ne so io! Per adesso ho ripreso a farmi schiaffeggiare dal vento freddo della sera. Domani si vedrà.

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5 Risposte a “Bisognava far le ripetute”

  1. Ti ho emulato questa mattina. Giochi nel sole nonostanete l’aria fosse frizzante. Complimenti per i tuoi racconti

  2. Finalmente! Mancava da troppo tempo un racconto così carino e stimolante!
    Viene voglia di far fatica anche col freddo…

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