Stefanio Ruzza racconta il suo titolo italiano

Dal sito di Run&Trail ecco il racconto dell’amico Stefano Ruzza da poco laureatosi Campione Italiano Assoluto di Ultra Trail.

Questa Abbots Way è stata una di quelle gare che mi rimarranno impresse nella memoria e non solo, naturalmente per il risultato, ma non solo. Da inizio anno ho impostato gli allenamenti per arrivare in forma all’appuntamento, il campionato italiano di lunga distanza era una sfida che mi allettava, e volevo arrivare per una volta ad un ultratrail da 100 km o oltre nelle condizioni ideali, ben allenato e ben fresco, a differenza di altre volte in cui sono arrivato o troppo stanco o troppo scarico…

Dopo qualche preoccupazione per una brutta distorsione alla caviglia all’Elba Trail (dove la gamba era però fantastica), ho fatto tutto il possibile per arrivare pronto, e meglio di così non potevo pretendere. Il giorno precedente la gara, poco prima di partire da casa, mi è arrivato il film “Unbreakable”, documentario sulla ormai storica Western State del 2010, ed essendo l’Abbots Way di quest’anno gara qualificante per la WS del 2013, guardandolo ho iniziato a sognare…

Avevo studiato tutto al dettaglio, l’alimentazione, una piccola tattica di gara, come gestire le salite, ed Eleonora a seguirmi nei ristori principali per ogni evenienza e necessità è stata fondamentale nella perfetta riuscita di tutto.

Il giorno della gara ogni cosa è andata come volevo, anche l’errore di percorso è servito per dare quel qualcosa in più, quasi un gusto maggiore al risultato finale. Gambe, fisico e testa si sono trovate per tutto il tempo in una di quelle giornate che nella vita capitano raramente, il cosiddetto “flow”, uno stato di benessere e perfezione del gesto in cui tutto diventa automatico e perfetto. Nella prima metà ho tenuto un ottimo ritmo senza affanni, e quando ho raggiunto i “fuggitivi” Marazzi e Schneider non mi pareva vero. Poi lo svizzero ha aumentato, ma in cima al Monte Lama l’ho quasi raggiunto andando in salita e nei tratti più fangosi con facilità. Poi l’errore, 15’ persi a vagare per sentieri sbagliati, prima di ritrovare la strada che stavo percorrendo e scoprire che anche Christian aveva sbagliato. Saputo che Ranieri era davanti di 3’ ho spinto forte, temendo di saltare, ma le gambe andavano, avevo mangiato tanto e bene ed ero pieno di energie, così una volta raggiunto ho continuato a spingere, lui era stanco (complice anche un suo errore di percorso nella prima metà della gara e conseguente rincorsa). Al ristoro di Farini al 95° km ho visto di stare ancora bene, a parte un gran dolore al piede sinistro nei tratti asfaltati, e ho pensato di non dover esagerare nell’ultima salita. D’improvviso però ho visto dietro qualcuno avvicinarsi (era Ivan Geronazzo, poi secondo), stimolando la mia voglia di non farmi sfuggire l’occasione e farmi spremere tutto quello che avevo per l’ultimo tratto del percorso. All’arrivo tutto è stato fantastico, quasi irreale, veramente un sogno.

E durante la gara non potevo non pensare ai volontari sul percorso, che ancora per tutta la notte e il mattino successivo sarebbero stati lì ad aspettare tutti i trailer. E la domenica, durante e dopo la premiazione, vedere ancora degli arrivi, tutti finisher felici ed entusiati, mi ha fatto sentire ancora più orgoglioso di essere diventato Campione d’Italia Lunga Distanza di una disciplina così meravigliosa ed ogni volta sorprendente.

Stefano Ruzza

Ecco un po’ di FOTO della gara

Questo post è stato letto 3084 volte!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *