24 marzo 2013 – Piede d’Oro a Malgesso

ArrivoLe mie sfrontate scarpette da gara erano talmente esaltate dalle derapate e dagli slittamenti per restare nel tracciato di gara che non la smettevano più di urlare. E più gridavano “A tavoletta fratttellooo” e più io tiravo le redini per non finire nel fosso. Ma mi divertivo ugualmente ad assecondarle lungo quei primi 2 km del tortuoso sentierino fangoso sempre in bilico tra il cadere e lo sfrecciare a tutta davanti al gruppo.

Bisognava disegnare bene le curve e capire fin dove spingersi vicino al limite. E mentre le gambe macinavano veloci nel fango, mentre le scarpette strillavano come due fattone e mentre la pioggia ed il freddo scendevano rumorosamente sul mio corpo ecco che la mente per un attimo si stacca dalle gambe ed il mondo attorno si fa silenzioso. E capita che una semplice gara domenicale ti porta ad immergerti nel senso dei nostri limiti. Li cerchiamo come fanno le mie scarpette ed è un bene, li avviciniamo ed anche questo è un bene, li conosciamo e a volte ci dondoliamo sopra per delinearne bene il confine, ed è pure questo un bene. Ma sfidarli o peggio ancora ignorarli questo bene non lo è.

Perchè i limiti ci sono stati dati e fanno parte di noi come una corteccia per un albero, come una cornice per un quadro. E la sfida non è quella di ignorare, snobbare o disprezzare i propri limiti considerandoli come inutili intralcio per sfigati, ma piuttosto la sfida è quella di cercarliconoscerli e provare ad accettarli. Ed i più avventurosi non si limitano a questo ma si spingono a comprenderne il motivo per cui ci sono stati dati ed il loro scopo. E nel cercarli spesso può capitare di scoprire che quello che credevamo un limite non era altro che un segno nero nel nostro quadro e che la cornice è un poco più in là. Ma cercando e ricercando alla cornice prima o poi ci si arriva. Ed una volta lì, seduti sul “confine” del nostro quadro non ci resta che voltarci ed ammirare il bianco della tela. Piccola o grande che sia quella è la nostra tela. E se pure accettando il “limite” questo non ci piace non c’è da preoccuparsi. Abbiamo trovato solo un piccolo bordo del quadro. Se qua ci sta stretto là sarà più largo. C’è tutta una cornice da scoprire ed una tela da colorare. Liberi noi di farla diventare un capolavoro amministrando i colori o piuttosto di snobbarla rischiando di precipirare fuori dal bordo lasciando al mondo uno sterile bianco quadro incompiuto.

Ma lo strillare delle mie scarpette mi porta a ritornare in linea con la realtà e dare un’altra ferrea sterzata al loro entusiasmo per non finire nel fosso. Dietro, la moto apripista si trova in 5-6° posizione perchè attardata da uno sbaglio di percorso nel primo tratto e slittando anche lei sta infangando i poveri amici che seguono.

Termina il divertente tratto di fango e ci si immette sull’asfalto dove è posto il traguardo volante vinto dal compagno di squadra Paolo Proserpio (Atl. Palzola). Subito dopo riprendo il comando della corsa in compagnia dell’amico Ronnie Fochi (Atl. Casorate) e lungo una salita andiamo in fuga.

Poi è un susseguirsi di saliscendi a volte anche duri in parte asfaltati e in parte sterrati. Fino al 4° km viaggio in compagnia del sempre più in forma Fochi, poi i restanti 5 km li affronto da solo in testa seguendo la moto apripista e tagliando il traguardo, dopo 9,1 km, in 33’28”. Poi bravissimi tutti gli altri amici tra cui i giovani del Cus dei Laghi Tersigni e Grammatico che stanno andando sempre più forte. Tra le donne lotta fin sul traguardo tra Ilaria Bianchi ed Elena Begnis.

CLASSIFICA dal sito di PlayBeppe (9,1 km):

UOMINI: 1° Matteo Raimondi (Atl. Palzola) 33’28”, 2° Ronnie Fochi (Atl. Casorate) 33’57”, 3° Paolo Proserpio (Atl. Palzola) 34’04”, 4° Antonio Vasi (Atl. Palzola) 34’16”, 5° Andrea Tersigni (Cus dei Laghi) 34’21”, 6° Giuseppe Bollini (Dove Osano le Aquile) 35’02”, 7° Maurizio Mora (Runners Varese) 35’21”, 8° Stefano Demuru (Azzurra Garbagnate) 35’33”, 9° Mattia Grammatico (Cus dei Laghi) 35’48”, 10° Ivan Breda (Pro Sesto Atl) 36’11”

DONNE: 1° Ilaria Bianchi (Atl. Vallecamonica) 38’28”, 2° Elena Begnis (Atl. Triangolo Lariano) 38’37”, 3° Cinzia Lischetti (Marathon Max)41’45”, 4° Sabina Ambrosetti 42’35”, 5° Laura Marsiglio (Team 3 Esse) 43’58”, 6° Cristina Albergoni (Gam Whirlpool) 44’33”) 7° Emanuela Fossa (Atl. Casorate) 44’39”, 8° Silvia Stingele 44’49”, 9° Rita Zambon (Runners Valbossa) 45’55”, 10° Ombretta Bellorini (Atl. 3V) 46’15”

CLASSIFICA e Articoli di Play Beppe e di Varese Sport

Foto e video di  Marco Frigo

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Una risposta a “24 marzo 2013 – Piede d’Oro a Malgesso”

  1. fai bene Teo a parlare dei propri limiti e penso che non lo hai scritto a caso in questa domenica (non scrivi mai a caso) dove in una gara trail è morta una persona per congelamento e altre decine sono state ricoverate per congelamento. Anche gli organizzatori dovrebbero avere più riguardo e più rispetto dei limiti degli atleti sopratutto in gare dove la montagna è padrona.
    Se hai tempo leggi:
    http://www.xrun.eu/Detail_News_Display?ID=6952&typeb=0

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