Con la mia ombra fin sulla Martica

Ci sono giorni in cui non si ha voglia di soffrire ed altri in cui ci si butta a capofitto in essa alla ricerca di se stessi, dei propri limiti, oppure per rincorrere un sogno, a volte per dimenticare, spesso, molto spesso, per sfuggire da uno stato di tristezza. Ed ieri era uno di quei giorni.

Voglia di soffrire allenandomi. Voglia di soffrire provando, anzi, credendoci di abbattere il mio record sulla salita Bregazzana-Monte Martica. 7,6 km su sterrato, 560m di dislivello fin su ai 1032m della cima.

E parto a testa bassa, sapendo di non essere in forma come quando ho realizzato il mio miglior crono, ma sapendo che lo avrei ugualmente battuto. E la mia ombra a farmi compagnia. Di tanto in tanto a precedermi. A volte a seguirmi. Ma sempre lì, in silenzio, con la sua presenza accusatrice, indagatrice. E se anche non parlava sapevo che non condivideva quello che stavo facendo. “Perchè cavolo devi soffrire spingendo a tutta su una montagna immersa nel silenzio in un venerdì mattina? Cosa ne guadagni? A chi vuoi che importi se arrivi in cima 30 secondi prima o dopo?”

E io ad ascoltarla la mia ombra ma a non volerla sentire. E salivo. E ansimavo. Gli occhi come quelli di un leone in caccia. Distratto da nulla.

Tu sei matto! Non ha senso, no che non lo ha!” Poi di nuovo dietro in un tornante ed io a provare a staccarla… ma non se ne voleva andare. Sempre lì. “Rallenta cavolo! Vuoi stramazzare di fatica?” E più lei si lamentava e più io aumentavo. Più lei voleva smettere e più io continuavo.

Cazzo, mi farai morire!” gridò l’ombra. Ed ero appena a metà strada. Foglie sotto i piedi, sole sulla faccia. E salivo. E ansimavo. E non mollavo.

Poi un tratto di difficoltà, la concentrazione che cala, la fatica che mi avvolge col suo manto stringendomi nel caldo e lei, l’ombra, a sussurrarmi parole di compassione, a coccolarmi nella mia decisione di rallentare. Ed il silenzio della quiete…

…della pace…

Ma non oggi! Ed il ruggito del Leone rimbombò per le valli ed i piedi ritornarono a spingere ed il fiato a frastornare l’aria! “Non potrò seminarti, ombra mia, ma potrò sempre ignorarti“. E lei pensò e poi capì, mi si affiancò e assieme arrivammo fino in cima. 37’58”, ben 1 minuto in meno del precedente record!

Certo, può non aver senso, può sembrare una pazzia, può apparire una fissazione, ma alla fine, lassù in cima, ero felice!

 

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8 Risposte a “Con la mia ombra fin sulla Martica”

  1. Se ti dico che ho la pelle d’oca ci credi?

    Applausi più che per il record, più che per il racconto fantastico, per la tua determinazione a voler raggiungere i tuoi obbiettivi!
    Grazie per l’esempio!

  2. Ciao Matteo, domani farò il trail del monte Casto ( 46 km)….avevo bisogno di carica e così mi sono fatta un giro nel tuo blog, sicura che l’avrei trovata!
    Grazie, sei sempre il migliore!!!

  3. Sei un leone! Ecco il segreto delle tue vittorie!!!

    Complimenti per il tuo blog: semplicemente il migliore!!!

  4. Cavoli…
    Il ruggito rimbombò per le valli… il fiato frastornava l’aria…
    cavoli…
    cavoli… cavoli…

    U N M I T O !!!!

  5. Ci ho provato oggi Teo a non ascoltare la mia ombra ma alla fine ho ceduto alle sue seduzioni.
    Forse è questa la differenza tra un campione come te ed un tapascione come me: saper resistere alla fatica e guardare avanti puntando all’obbiettivo!

    Non hai gareggiato neppure oggi?

  6. Se ad inizio preparazione vai già più forte di quando eri in piena forma non voglio pensare cosa combinerai quest’anno!

  7. Voi siete i veri leoni, sopratutto Robertina che ha avuto il coraggio di affrontare e terminare sotto il diluvio il Trail del Monte casto !!!

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