Ma partiamo dall’inizio e dal viaggio di 6 ore in macchina del 1° maggio per raggiungere il paesino d’oltralpe. Il ritrovo era fissato per le 9.30 a Gattico dove ad attenderci c’era il compagno di squadra Omar Morea (fresco secondo alla Gamba d’Oro della mattina nel suo paese) e il manager Dino. Sulla mia macchina per raggiungere Gattico eravamo in quattro e già in coda sull’autostrada…. Oltre a me c’erano i compagni di squadra Angotzi Emmanuele, la sua ragazza irlandese Jane Lambert, neoacquisto palzola, e Massimiliano Montagna dell’Osa Saronno e probabile futuro compagno di squadra. Riunitisi in una sola macchina si parte verso la Francia passando dal traforo del Frejus e da Lyon fino al paesino alla periferia di St. Etienne. Veniamo accolti come top runners al fianco degli altri atleti invitati dal Kenya, dal Burundi, dall’Uganda, dall’Eritrea, dalla Tunisia, dall’Algeria, dal Marocco, dalla Russia e dalla Biellorussia. Dopo l’assegnazione dei pettorali e delle camere, tutti assieme andiamo a mangiare in un ristorante (ma quanto pane mangiano gli africani!!!). Poi via all’albergo “di plastica” e, mentre i veri atleti vanno a dormire, noi, finti atleti, si va in centro di St. Etienne a bere una birra e a farsi quattro risate. La mattina del sabato, dopo colazione (ripeto, ma quanto pane mangiano gli africani?), la passiamo tra una camminata, una corsetta tranquilla, l’ispezione del percorso ed il pranzo sempre assieme ai veri atleti dove ci vengono portati cibi sicuramente adatti per chi dopo due ore deve iniziare il riscaldamento: tonno e lasagne! Ma non lamentiamoci dal momento che è tutto gratis…
Ore 15.30. Partenza della 22km dal centro del paese tra due ali di folla. Mentre faccio riscaldamento con Max vedo passare il plotone di atleti di colore che già spingono sull’accelleratore. A pochi metri di distanza Angotzi e Morea, con le prime donne di colore, guidano il resto del gruppo composto da un centinaio di atleti francesi. Il percorso è costituito da 11 km di salita col punto massimo che raggiunge i 750m di altezza (250m di dislivello) e da altrettanti di discesa. Mentre ancora sono sul percorso ecco che alle 16.00 parte la gara dei 10km. I partecipanti sono 170. Allo sparo il plotoncino di atleti di colore si mette subito al comando. Sono 6 atleti del Kenya e due del Burundi. Subito dietro il russo Tchatkine cerca di tenere il passo mentre Max Montagna gli è in scia. Staccati di pochi metri ci sono quattro francesi ed un marocchino e poi io che guido il resto del plotone di francesi e di atlete dell’africa e dell’europa dell’est. Il primo km è un circuito in piano che attraversa il centro del paese. I primi lo percorrono sotto i 3′ al km metre io segno l’intertempo di 3’10”. Jane, l’atleta irlandese della Palzola che principalmente arrampica e solo di rado esce a correre, è già 6° tra le donne e il manager Dino impazza. Terminato il primo anello il tracciato inizia la sua salita. Riesco a raggiungere il gruppettino dei due atleti francesi che mi precedevano e mettendomi davanti faccio il passo. La salita si sente ma è corribile e al 2° km passo in 6’31”. Poi la strada si solleva ancora di qualche grado ed il 3° km lo percorro in 3’35”. Il plotone dei primi s’intravvede a malapena mentre posso ancora seguire la gara dell’amico Max che ha affiancato l’atleta russo ed appaiati si avvicinano allo strappo di metà percorso, il più temuto dal momento che in 500m si sale più di 100m di dislivello. Dietro la coppia italo-russa ci sono ancora due francesi che cerco di raggiungere ma il distacco fa fatica ad annullarsi. Alla base della rampa ho quasi ripreso uno dei due francesi mentre dietro solo l’atleta Freycenon è riuscito a starmi attaccato . Sono 13°. Percorro la salita con fatica, accorciando il passo, sbuffando. Il distacco dall’avversario davanti aumenta di nuovo. Il mio obbiettivo alla partenza era quello di stare assieme alla prima donna del kenya e già gli ero davanti. Ma mai parlare troppo presto… Senza neppure voltarmi sento che la testa della gara femminile mi stà riprendendo. Con la coda dell’occhio le vedo. Sono in due. Wangari e Barsosio. Mi sorpassano appaiate. Cerco di resistere ma non c’è storia. Prendono subito quei dieci metri ed il mio compagno di gara gli si mette dietro. Stringo i denti. Alzo la testa ed anche Max la in cima si è beccato quei trenta metri dal russo. Manca poco alla fine della rampa spaccagambe. Il tratto in piano non dura che 200m e subito si ripresentano altri due strappetti. Riprendo il passo e tra una picchiata e l’altra in discesa riacciuffo il francese Freycenon. Voglio riportarmi sulle due di testa ma anche spingendo in discesa non guadagno nulla, anzi, lentamente il divario aumenta. Wangari, sfruttando un’altro strappetto in salita si scrolla la Barsosio e riprende la sua trionfale discesa. Nella testa della corsa intanto sono rimasti in 5 ed è sotto la spinta del burundiano Nizigiyiimana che il plotoncino fila tra i 2’40” e i 2’50”. Il tratto del ritorno è un susseguirsi di ripide discese alternate a corti strappi in salita. Io cerco di spingere al massimo per staccare il compagno di gara ma, aimè, me lo porto all’arrivo dove, come presumibile, mi bastona in volata. La vittoria della 10km (10, 040 km da GPS) va al Burundiano Nizigiyimana seguito dal duo keniano Niyonsaba e Kanda, tutte e tre atleti da 27 ’30” sui 10000m che terminano la loro fatica in volata intorno ai 30’35”. Max Montagna giunge decimo assoluto e primo dei “terrestri“, come dice Dino, in 33’56”. Io 14° assoluto in 36’10”. Jane Lambert chiude 8° delle donne. Per la classifica dei primi 50 della 10km clicca QUI.
Ciao
Matteo
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Ciao Matteo, ben tornato.
Ho solo lincato il tuo articolo perchè non amo fare copia e incolla.
a presto, antonio