Quotidiano dopolavoro di un podista invernale

LupoLa nebbia fitta avvolge di bianco il sentiero mentre la luna, nel nero del cielo, si diverte a sfumare di giallo le cime degli alberi che stanche del lungo lavoro estivo hanno iniziato a spogliarsi dal loro vestito più bello. Ho appena finito un medio ben riuscito di 10 km e felice me ne sto ritornando verso casa. Per chi lo conosce sono sul tratto della ciclabile che costeggia l’Olona tra il ponte di Tradate e Fagnano. Viaggio a 4′ -4’10” al km ma mi sembra di trotterellare dopo l’ultimo km corso a 3’15”. E’ buio ma conosco il percorso a memoria e sapendo che è uno sterrato regolare mi metto a guardare il cielo. Massimo che mi può succedere è scontrarmi con qualche altro podista immerso nel suo quotidiano dopolavoro invernale. Ma di podisti non c’è traccia; solo la compagnia di sgattaiolanti occhi lucenti sui binari abbandonati della vecchia ferrovia. Gatti, conigli, topi o serpentelli non so ma comunque non ho paura perchè sono felice e guardo il cielo. C’è silenzio e neppure il rumore delle macchine riesce ad arrivare sul mio percorso. Sembra notte fonda ma il rintoccare del campanile di Bergoro mi ricorda che sono appena le sei e mezza di sera. Altri usciranno dopo di me, alle 7 o forse anche dopo.

Ma intanto io corro e guardo il cielo dove la luna piena, fluttuante sopra la nebbia ed in compagnia di due sorelle stelle, mi fa pensare di essere un lupo. Ululo e penso che son matto ma chi vuoi che mi senta. Sorrido alla mia pazzia e continuo a correre. Le luci delle finestre delle case lassù in cima alla valle mi fan ricordare il presepio ed il buon Gesù. Ora qualche lampione sbuca al bordo della strada tra Gorla e Fagnano ma le loro luci fanno fatica a perforare la nebbia fitta che nasconde il fiume. Rari fari di macchine viaggiano ignari della mia presenza e l’attraversare un ponticello mi riporta lontano dal loro mondo nel buio più assoluto. Gli alberi hanno detto di no ai raggi di luna. Qui seriamente ho paura di scontrarmi con qualche altro podista che potrebbe venire dal senso opposto. Aguzzo l’udito e continuo a correre sempre felice.

La ciclabile di Solbiate porta con se un pò di luce e caccia via la nebbia. Mi avvicino alla staccionata che delimita il fiume e guardandoci dentro mi accorgo che una luna tremolante mi accompagna nel mio allenamento. Penso a cosa si stanno perdendo i sedentari. In compagnia della mia nuova amica avanzo al ritmo dei 4’15” godendomi il fresco della sera.

Ma i bei sogni presto finiscono e da Olgiate a Busto è tutto asfalto e luci e rumore. Un gatto dal muretto di una casa quasi mi si getta sulle spalle. Attraverso il Sempione. Suono il citofono. I km son 20. Per un dopolavoro possono bastare… almeno fino a domani.

 

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Una risposta a “Quotidiano dopolavoro di un podista invernale”

  1. Conosco bene la ciclabile dell’olona e in estate ci passo volentirei in bici perchè mi piace vedere i podisti correrci. Un Lupo solitario però non ho ancora avuto l’occasione di incontrarlo. E poi addirittura di sentirlo ululare! E con la nebbia poi chissà che suggestivo deve essere.
    Piccoli pensieri:
    Puoi addomesticare i cani col cibo, gli uomini con il denaro, ma i lupi non li addomestica nessuno! (ti senti Lupo?)
    Avere una fame da lupo. Crepi il lupo. In bocca al lupo. Lupus in fabula. Tempo da lupi. Il lupo perde il pelo ma non il vizio. E infine una frase celebre: “Una volta il Luupo andava via come il pane, ades ol lùp el va no!!!!”
    Ciao Lupo

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