Rideva la luna coi suoi bianchi denti

Rideva la luna coi sui bianchi denti e forse rideva di me che quaggiù mi allenavo nel crepuscolo della sera. Ma non mi importava perchè correvo tra l’odore del fieno che tanto mi riportava lassù, nelle calde notti di montagna.

Un’intera giornata di lavoro ad ascoltare l’uomo ed ora, alle 9 di sera,  avevo bisogno di almeno un’ora per ascolatare la natura, per ascoltare me stesso. E ce n’era d’ascoltare questa notte lungo le rive dell’Olona e nei sentieri dei boschi. Un lamentoso canto di cicale ad accompagnarmi nella mia corsa.  Una famigliola di germani che lenta ondeggiava sull’acqua stanca. Il gracidare incostante delle rane.  Il correre dei conigli selvatici. Il volteggiare irrequieto dei pipistrelli.  Lo starnazzare delle anatre. Il fruscio dell’ignoto sottobosco. Ed io che guardando il sorriso della luna con l’antico poeta gli domandavo: “Che fai, luna in ciel? Dimmi che fai, silenziosa luna?

E correvo per rilassare le gambe, per assaporare l’amata libertà, per godermi il sorgere delle stelle che sopra la testa sbocciavano ad una ad una nel blu nero della notte. Ed il tepore del giorno che declinava lo sentivo scivolare sulle gambe e sulla faccia. Neppure l’ombra scura del bosco mi poteva far paura in questa notte. Neppure le tetre luci di fari o lo scricchiolare dei rami. Niente perchè non correvo da solo ma col buon Dio che avevo voluto incontrare al termine del giorno santo. E con Lui mi gustavo la mia corsa lodandolo come fece il santo Poverello per tutte le sue creature specialmente per sora Luna e le stelle che le ha formate chiare, preziose e belle

Chi l’avrebbe detto che si poteva correre pregando! E lode vera fu l’attraversare grappoli di lucciole che sembravano ridere nella loro dolce danza. Piccole fate da un mondo lontano venute qui stanotte per far sorridere un piccolo uomo.

Ed ora dimmi luna lassù in cielo, forse ridevi perchè sapevi del bel regalo che mi avrebbe fatto il buon Dio questa notte? Ridi allora, luna in cielo, che ancor non sei paga di riandare i sempriterni calli. Tu solinga ed eterna pellegrina. Ma eterno anchio sono e funesto non fu certo il mio dì natale come straziato credeva l’antico poeta. Anzi, benedetto quel giorno e tutti quelli che ancora avrò da godere.

 

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11 Risposte a “Rideva la luna coi suoi bianchi denti”

  1. Mentre leggevo queste poche righe mi sembrava di correre accanto a te grazie Matteo….

  2. E’ davvero bello quello che vivi! Riconoscere nella creazione Qualcuno di più grande che ci dona ogni cosa, anche la forza e la gioia di correre!

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