2° ViaLatteaTrail – Immaginate…

Immaginate cime spoglie battute dal vento. Immaginatele coperte di neve. Immaginatele assopite nel silenzio della notte. Immaginatele accucciate sotto un letto di stelle. Immaginatele abitate da luci solitarie. Immaginatele accarezzate da passi discreti. Immaginatele respirare il freddo respiro di corridori notturni. Immaginate… Ed ora ascoltate!

2° ViaLatteaTrail. Basterebbe far parlare i numeri. Basterebbero i 30 km di corsa sulla neve. Basterebbero i 1850m di dislivello positivi ed i -20°C ai 2701m del Monte Fraiteve. Basterebbe parlare di gara notturna. Basterebbe… ma non basta! Perchè la Via Lattea Trail è tutta un’altra cosa. E’ una gara unica nel suo genere, un’avventura ancora prima di una corsa. Ed è con questo spirito che un mese fa ho deciso di parteciparvi dal momento che mi avevano regalato l’iscrizione. E se non fosse stato per l’insistenza del collega di lavoro Mauro non avrei minimamente pensato di prendervi parte.

Ma alle 18.00 di sabato 4 dicembre 2010 eravamo in 550 (330 per la 30Km e 220 per la 10km) sotto il gonfiabile nella piazza principale di Sauze d’Oulx (TO). 550 spiriti notturni dotati di pila frontale e zainetto pronti ad arrampicarsi su e giù per le montagne e le piste di sci che hanno ospitato le Olimpiadi Invernali del 2006. La mia paura principale era il freddo tanto che nello zainetto avevo perfino il piumino oltre alle altre cose obbligatorie (pile pesante, coperta di soppravvivenza, 0,5l di acqua, 500 kcal di integratori, lampada frontale di scorta, pile di scorta, cellulare, doppi guanti, cappellino, coprigola, bicchiere…). Ma nonostante i -10°C non avevo minimamente freddo ed avevo addosso “solo” due maglie intime a maniche lunghe (Kalenji e Wed’ze tanto per far pubblicità) ed il completo Kalenji Athletic… più ovviamente cappellino, guanti, coprigola in seta e scarpe da trail (vietatissime le ciaspole!!)

Il primo tratto di gara sono 11,5 km di salita sulla neve per 1200m di dislivello dai 1500m del paese piemontese fin su ai 2701 m del Monte Fraiteve. Parto tranquillo correndo intorno alla 20° posizione e gustandomi il tifo e le luci del paesello per poi immergermi nel buio del bosco risalendo mulattiere e piste da sci. Mi accorgo da subito che la quasi totalità dei partecipanti è dotata di bastoncini di sci di fondo e di ramponcini per scarpe da trail, tutte e due cose fondamentali nei tratti in cui la strada s’impenna… mentre io ne ero privo. Ma se perdo terreno nei tratti da “rampa di garage” recupero facilmente nei tratti in cui la pendenza si fa più umana riportandomi lentamente intorno alla 9°-10° posizione.

E si continua a salire. Ogni tanto mi giro ed è uno spettacolo ammirare il cordone di luci che risale lento la montagna. Vorrei far qualche foto ma ho il cellulare ben in fondo allo zainetto… E allora riprendo a correre nel silenzio della notte rotto solo dal rumore dei passi che grattano la neve battuta e dall’ansimare regolare del respiro. E dopo qualche km di salita già mi sono imposessato dei segreti di questa gara, di dove mettere i piedi per non affondare, di dove osare e dove camminare.

E si continua a salire con la mente a pensare di tenere la posizione e l’anima a voler assaporare il più possibile i sussurri della notte. Si continua a salire come elfi in processione, come animali selvatici, fin che un muro mi blocca. Siamo intorno ai 2500m di altezza su una pista di sci nera risalita al contrario. La pendenza è talmente elevata che le scarpe da trail non hanno presa sulla neve. Provo in tutti i modi ad avanzare ma torno indietro. Sembra di essere in quei classici sogni in cui non riesci a correre e ti senti le gambe bloccate. Mi fermo, mi guardo attorno e vedo gente che mi sorpassa facendo forza sui loro bastoncini. Scambio qualche parola ridendo della situazione ma ugualmente non vado avanti. Perfino la prima donna mi sorpassa. Allora è lì che la mente decide di abbandonare l’idea della posizione lasciando libero sfogo al gusto dell’avventura. Ne approfitto per infilarmi il gilet senza maniche ed i doppi guanti (ora i -18° -20°C si fanno sentire) e lentamente riprovo ad avanzare questa volta con più fortuna. E dopo poco son sulla vetta del Monte Fraiteve ai 2701m di altezza. Saluto chi sta facendo servizio ed entro nel rifugio fermandomi 2-3′ per bere un bicchiere di te caldo. E’ quasi 1h45′ che sono in ballo. Anche Cecilia Mora (la 2° donna) entra nel rifugio ed assieme ci buttiamo in discesa verso il Sestriere. 700m di dislivello in picchiata sulle piste da sci con le luci del paese laggiù in fondo ad aspettarci: un presepio d’alta quota. E fa caldo, e mi fermo a togliere gilerino e doppi guanti per poi ripartire godendomi l’aria fredda sulle guance. Il bello poi è riuscire a quella velocità a percepire nel buio le traiettorie ottimali. Si segue le piste e gli avvallamenti ma non sempre si capisce subito qual’è la direzione giusta. Uno sguardo alle fettuccine catarifrangenti visibili solo illuminandole con la pila frontale e giù a manetta!

E nel giro di 22-23′ siamo per le vie di Sestriere (2000m di altezza) con i rari passanti a guardarci chi alibito chi festante. Siamo al 17° km e la prossima parte di gara prevede la salita verso il Col Basset a 2596 m di altezza. Son già 2h15′ che son sulle gambe e per uno come me abituato a gare di 5-10 km e lunghi di massimo 1h20′-1h25′ non può che esistere un’unica risposta: CRAMPI!

Appena inizio la salita mi fermo a fare stretching, provo a corricchiare ma son subito fitte alle cosce. Cecilia e gli altri due compagni d’avventura se ne vanno e scruto le loro luci affievolirsi sempre più in lontananza. Mi massaggio un po’ le gambe ma vedendo che i campi non passano me la prendo con comodo e al posto di correre cammino. Ed è il momento più bello di tutta la gara. Davanti nessuno, dietro nessuno, ed io lassù da solo, nella neve, nella notte, nel silenzio. Se avessi avuto le tasche ci avrei infilato le mani e come un ammiratore d’opere d’arte me ne sarei andato a zonzo da quadro a quadro. Ma non avevo tasche e non avevo quadri. Solo un cielo stellato opera del buon Dio che si appoggiava al buio delle vette. E le stelle lassù che si confondevano con le lampade frontali dei primi. Momenti fantastici, da ricordare. 7 km di salita per quasi 600m di dislivello positivi in un susseguirsi interminabile di tornanti. E per chi vuole partecipare in futuro dico solo che è qui che si fa la gara. Se uno ne ha è su questa salita che si recuperano minuti e posizioni a manciate. E’ infatti una salita corribile, certo un po’ sconnessa per la neve in cui ci si affonda, ma se non si sprecano energie nella prima parte di gara qui si fa il vuoto!

Dopo 25 km e quasi 3h30′ di gara raggiungo la cima del Col Basset (2596m) dove mi fermo 2-3′ nel rifugio a bere un bicchiere di te caldo, a scambiare quattro chiacchere e a mangiarmi un pezzetto di cioccolato. Non che avessi fame ma c’era tanto di quel ben di Dio che era un dispiacere non assaggiare niente.

Ed inizia la discesa. Più di 1000m di dislivello per ritornare a Sauze d’Oulx. Con piacere scopro che i crampi non si fanno sentire scendendo e allora ci do dentro divertendomi come un bambino a sfrecciare per le piste di discesa di cui per una notte son io il re. Ogni tanto ci scappa anche l’aeroplanino sorridendo e divertendomi. Scruto tra i rami sperando di incontrare qualche animale ma tranne un paio di occhietti illuminati dalla lampada non ho la fortuna di far nessun incontro. E va be, son già contento così. Addirittura mi sento meno stanco di quando ero partito dal momento che metà gara l’ho fatta praticamente camminando…

In 15′-20′ son già giù e attraversando il paese saluto tutti quelli che incontro e che mi incitano. Arrivo alla base dell’albergo La Torre tra gli applausi della gente e degli amici… ma non è mica finita qui! Bisogna infatti togliersi le scarpe e di corsa risalire i 9 piani lungo il suggestivo corridoio circolare interno alla torre fin su alla terrazza! Fantastico!! Alla fine termino in 4h00′ giungendo 17°.

Poi la festa continua aspettando l’arrivo di tutti gli altri amici tra cui Mauro Colombo (215° in 6h37′) che giunge al traguardo proprio nel giorno del suo compleanno tra gli abbracci della compagna Marina e della figlia Rebecca riuscendo a tenersi alle spalle Giovanni del trio Aldo, Giovanni e Giacomo.

Poi bravissime anche le amiche Gilda Pesenti (Runners Valbossa) che chiude in uno strepitoso 10° posto femminile in 5h36′ e Robertina Veronesi (Toubkal project Team) 6h29′. Nella 10km bravissima l’amica Giovanna Mocchetti (Runners Valbossa) 20° tra le donne.

Poi, verso la 1h di notte, doppia razione di polenta e salsiccia!!

Ecco la Classifica Completa. Per tutto il resto guardate nel web che straborda di commenti, sensazioni, foto ed emozioni riguardo questa gara.

E scusate il ritardo nel commentare… meglio tardi che mai 🙂

Foto dall’alto: io e Mauro, partenza, prime fasi di gara, rampa elicoidale all’interno della Torre, arrivo

 

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13 Risposte a “2° ViaLatteaTrail – Immaginate…”

  1. Grazie Matteo, la bellezza del tuo racconto ti fa perdonare il ritardo..*S*..complimenti vivissimi per la prestazione!! Ah scusa..la prossima volta mi presenterò anch’io…solo all’una per la polenta e le salsicce ovviamente!

  2. questo è sicuramente il piu bel racconto di tutto il tuo blog. Complimenti! Non lo vorrei mai ammettere, ma sto diventando anche io un tuo tifoso… con che tipo di virus mi hai contagiato?

  3. Se io fossi l’organizzatrice di una gara non rinuncerei mai e poi mai ad invitarti alla mia gara e non solo perchè sei un campione che da spettacolo sul tracciato ma sopratutto perchè con i tuoi racconti sei un valore aggiunto a tutta la manifestazione.
    Semplicemente il migliore!!!!

  4. E’ sempre un emozione leggere i tuoi racconti, ma viverli e poi leggere lo è ancora di più!
    Bravo Matteo!!!!

    P.S Il 5 dicembre era anche il mio compleanno e credo che lo ricorderò per sempre!
    Ciaoooooooo!

  5. Concordo con Max… non che gli altri racconti non fossero all’altezza, ma questo è il migliore, segno delle profonde emozioni che ha suscitato questo evento a partire dal timore iniziale nell’affrontarlo, timore che mi tiene lontano

  6. Cavoli Max, hai scoperto il trucco del virus acchiappatifosi! Ora dovrò escogitare qualcos’altro ah ah ah

    Auguri allora Robertina! Come sempre non molli mai!!!

    Dai Luca che l’anno prossimo non verrai solo per mangiare ma anche per correre!!

    Lo ribadisco fiurash, queste son gare per te!

    Grazie Mara, troppo buona 🙂

  7. “…Davanti nessuno, dietro nessuno, ed io lassù da solo, nella neve, nella notte, nel silenzio. Se avessi avuto le tasche ci avrei infilato le mani e come un ammiratore d’opere d’arte me ne sarei andato a zonzo da quadro a quadro. Ma non avevo tasche e non avevo quadri. Solo un cielo stellato opera del buon Dio che si appoggiava al buio delle vette. E le stelle lassù che si confondevano con le lampade frontali dei primi…”
    Se ti dico che ho ancora la pelle d’oca!?

  8. che bel racconto, scrivi proprio bene!!!
    Certo che hai una gran “carrozzeria” non abituato a corse così lunghe sei arrivato in fondo e MOLTO bene direi anche se dici di non aver cercato il risultato 😉
    Alla prossima!
    P.S. speriamo di presentarci prima o poi!!!

  9. Bellissimo veramente. E non rinunci mai a tirar fuori la lingua neppure dopo 30 km 😉
    MITICO 🙂

  10. Bella Teo. Mi hai convinto a partecipare l’anno prox così verrò e ti vedrò trionfare!
    Siamo tutti tuoi tifosi!!!!!!!

  11. Carissimo! Innanzitutto complimenti per il coraggio, la narrativa e la prestazione!
    Se riesci a convincere l’Antonella, l’anno prossimo potrei esserci pure io!!

  12. Ho smesso solo ora di applaudire… e ho iniziato 2 giorni fa…

    Grandissimo Teo! Sembra sempre di correre al tuo fianco quando leggiamo i tuoi commenti.
    Anche io son stata contagiata dal virus ah ah 🙂

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