Io e le mie scarpe a vincere a Boleto (VB)

Era da più di un mese che le mie scarpe da gara se ne stavano tranquille a riposare in un angolo della casa ed oggi non la smettevano più di ridere per la contentezza di calpestar di nuovo strade e sentieri. Già lungo il percorso in macchina era un continuo schiamazzare. “Allora Teo, chi dobbiamo sverniciare oggi?”

Calme ragazze, è da molto che non gareggio e non so neppure io come sto e poi non è questo il modo di parla…

Ma smeeettila” mi urlarono sopra mentre salivamo lungo i tornanti verso Boleto (VB), verso il Santuario della Madonna del Sasso a picco sul Lago d’Orta. “Il solito santarellino buono buono. Guarda che noi siam belle cariche e scendiamo da questa macchina solo per spaccare il…

Uhe belle! Le buone maniere le avete lasciate a casa?” E stizzite continuarono a pettegolare tra loro dei nuovi intrallazzi tra le Trabucco e le scarpe chiodate.

Dovevate poi vederle durante gli allunghi pregara. Sembravano due puledre di nuove messe in libertà. E le capivo perchè anche io avevo voglia di ritornare a respirare aria di gare. Era da Genova, a fine settembre, che non partecipavo a nessuna competizione e dopo il periodo di riposo e la ripresa della preparazione invernale ero curioso di sapere a che punto ero. E la gara di Boleto, inserita nel circuito Ammazzainverno, era l’ideale per testarsi. Percorso di 6,25 km nervoso tutto su e giù tra asfalto, fango e foglie.

Vamos Amigos. A steccaaaaa!” urlarono alla partenza le mie scarpe e io a tirare le redini per tenerle calme nella pioggia torrenziale che allagava tutto. Il primo tratto era su asfalto, ben corribile, con il compagno di squadra Livio Saltarelli (Atl. Palzola) a partire a razzo. Io e Stefano Trisconi (Caddese) a seguire un po’ più calmi e a passare in testa alla prima salitella. Il paesaggio poi era veramente bello con ampi prati verdi circondati dal rosso e dal giallo delle foglie autunnali, con le vacche e le cascine come spettatori.

Alla prima vera salita su asfalto (dopo 800m dal via) Trisconi si mette davanti forzando subito il ritmo. Devo ancora spezzare un po’ il fiato dopo il periodo di sosta e lo farei anche tranquillamente se non fosse per l’insistenza delle mie amichette. “Stagli sotto, andale andale” e io a seguire il loro impulso agonista e un po’ sfrontato. Davanti rimaniamo in 4: oltre a me e Trisconi, seguono a ruota il forte corridore di montagna Ivan Volpone (Bognanco) ed il triatleta Fortis. Pagani, Prolo e Saltarelli perdono terreno.

E’ il momento?” mi chiedono le scarpe guardandomi dal basso in alto e già zuppe d’acqua. “Non ancora“, gli rispondo e loro giù a parolacce. Dopo 1,5 km si abbandona l’asfalto e ci si butta nel bosco ed è subito salita dura ed infangata dove ogni passo è un annegamento per le mie scarpe.

Ora?” chiedono fremendo. “Ancora un po’ di calma“. Il sentiero è stretto e non si riesce a sorpassare. Io intanto spiego alle mie compagne di avventura che tutti quei sassolini che calpestano si chiamano sabbione e deriva dall’alterazione dei graniti e su di esse si può spingere senza problemi ma loro figurati se gli interessa e per tutta risposta mi domandano ancora “Allora dobbiamo svaccare ancora per molto?

Sconsolato le accontento: “E’ giunto il momento!” E senza farselo dire due volte le mie puledrine impennano e schizzano di lato superando Trisconi senza però esser capaci di trattenersi: “Uella babbucce, ci vediamo all’arrivo!” E fiere iniziarono a sprigionare tutta la loro gioia lungo il sentiero di mezza costa scavando in breve tempo un buon divario sugli inseguitori. “Siam belle, siam bone, siam ganze…” e così via a doverle sopportare finchè non ci ha pensato uno strappo su argilla a fermarle. Scivolo di colpo e mi blocco. Riprovo e di nuovo non avanzo di un metro. “Forza belle!” Ma niente. Un altro passo e di nuovo al punto di partenza con le dita conficcate nel fango per non cadere pure io. Da dietro arriva di slancio Ivan Volpone ed ora tocca alle sue scarpe beffeggiare le mie puledrine “Siete già all’aceto?“… Mai l’avessero detto! Con cautela mi sposto di lato cercando terra ferma e radici e via a risalire, ad inseguire. Per lo meno adesso se ne stavano un po’ più zitte e neppure quando riprendiamo e sorpassiamo Volpone hanno l’arroganza di prima. Un semplice “sgasate via rottami!” e nulla più.

Ora il sentiero è più largo e ben corribile, tutto su sabbione stabile e riesco a spingere bene. Prima un tratto in pianura e poi giù in discesa dove bisognava stare attenti a non calpestare le foglie per non schizzare via. Ma almeno posso dire che le mie scarpe sanno imparare in fretta e mi hanno sostenuto per benino finché spuntiamo sull’asfalto. Credo che sia finita ma invece si ritorna nel bosco con un’altra salita scivolosa e poi giù… ad attraversare un torrente.

Lo saltiamo? Daiiiii che lo facciamo!!!” si gasa la scarpa sinistra. “Ficoooo! Ci sta troppo dentro!” asseconda la scarpa destra. “No dai, rallentiamo e lo superiamo camminando sui sassi, tanto abbiamo un bel vantaggio sugli altri“. Riluttanti accettano e lentamente sorpassiamo anche questo ostacolo dovendomi sorbire il loro: “Che disonore, se ci vedesse nostra madre Nike!”

L’ultimo tratto poi è nel prato, in discesa, dove concordiamo all’unisono di non rischiare e di procedere piano piano visto che si scivola un passo si e due no. Ultimo strappettino e poi dentro il borgo antico fin sull’arrivo dove arrivo primo in 24’28” tra le urla delle mie puledrine. “Bella lì sorella” “Spacchi sore!” “Da sballooo!”

Il difficile non è stato vincere ma doverle poi ascoltare fino a casa…

Ma ecco la classifica:

UOMINI:

Matteo Raimondi (Atletica Palzola) 24’28”; 2° Ivan Volpone (GS Bognanco) 24’47”; 3° Stefano Trisconi (ASD Caddese) 25’08”; 4° Fortis 25’39”; 5° Riccardo Pagani (ASD Caddese) 25’40”; 6° Sergio Prolo (GSA Valsesia); 7° Livio Saltarelli (Atletica Palzola); 8° Enrico Zambonini (GS Genzianella); 9° Macellaro; 10° Velati

DONNE:

Marta Lualdi (Atletica San Marco); 2° Giovanna Maria Cerutti (GSA Valsesia); 3° Annalisa Diaferia; 4° Alice Di Simone (ASD Caddese); 5° Francesca Ravarotto (Atl. Valsesia)

Le foto di Pagani le trovate sul sito Oleggio 2000.

Foto: io e le mie sfrontate scarpe da gara

 

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16 Risposte a “Io e le mie scarpe a vincere a Boleto (VB)”

  1. Oh cazzo teo, sapevo che alla decathlon vendevate scarpe parlanti con voce da donna, ma non sapevo ancora che avevate disponibile l’opzione “Come una donna vera: scassa i maroni a ripetizione nei momenti meno opportuni a uomini calmi e tranquilli”. Le voglio! Così al primo “dai allora muovi il culo” gli faccio perdere la voglia e mezzo cm di suola sull’asfalto. Haha! Vado a fare il secondo allenamento di oggi! Un salutone, stai in forma per quando verrà il momento! Max

  2. … e preoccupa il fatto che tra un pò dovrai portare a spasso quelle scalmanate coi chiodi !!

    Grande Matteo 🙂

  3. Ahahaha Mario, Max e Sergio siete spassosissimi!!!!! Voi si che andreste daccordo con le mie puledrine!!!

    Grazie Silvia e Marco x i complimenti 🙂

  4. Mario ma cosa dici? Ci piace un matteo che vince no? E allora accettiamo anche gli effetti collaterali di quello che deve prendere per vincere! ;P

  5. adesso ho capito perche’ vai cosi’ forte..sono le puledrine…
    a me invece han venduto le vacche ,per quello vado sempre a pascolare….. :-)))

  6. Grande Matteo, troppo divertente!!! E complimenti per la vittoria, stai già andando fortissimo! Quest’anno farai il circuito del Winter Challenge?
    A presto. Ciao

  7. FANTASTICO!!! Mi son capottata dal ridere.

    Ci mancavano le cronache delle tue gare e ce ne hai regalata una stupenda!

    Come sempre sei il nostro mito!

  8. Ma allora non ti è passato il vizio della vittoria!
    Complimenti.
    Una domanda: ma anche alla Decathlon vendete scarpe del genere perchè se è così corro lì a prenderele 🙂

  9. Grazie a tutti per la vostra simpatia e per i comlimenti. Grazie Ale, Betta, Kikko, Ilaria, Pimpe. Un abbraccio forte anche a voi!!

    No Ilaria, non farò i cross del Winter perchè si correranno il sabato pomeriggio e lavoro. In bocca al lupo a te!

  10. scusate se mi intrometto,ma leggendo la telecronaca qui sopra non si può fare a meno di dare il proprio commento…,troppo bella e divertente, purtroppo mi sono perso la gara di Boleto, e leggendo il tuo racconto mi dispiace ancora di più,comunque tanti complimenti per il testo, e per la vittoria

  11. Matteo, vengo spesso alla Decathlon ma non mi hai mai detto che viaggi così forte!!!
    Ed ora lo scopro quasi per caso entrando in questo blog e scoprendo la foto di questo semplice e bravo venditore che scopro essere un grande atleta ed un grande uomo…
    Sei diventato di colpo il mio mito!
    GIULIO 🙂

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