Programmi futuri nella luce del tramonto

Che pace allenarsi al tramonto dopo un giorno di lavoro tra amici. Pace nel sole basso dentro agli occhi. Pace nella stanchezza che leggera scivola via. Pace nell’odore inconfondibile di fine estate con il sapore della buona terra arata che ti riempie naso e bocca.

E sulla strada le ombre lunghe di sassolini isolati, semplici, umili, di quelli che di giorno, sotto il sole alto del cielo, neppure sai che esistono. E li osservi al termine del giorno passandoci accanto, gustando la loro piccolezza, ascoltando il loro insegnamento e sorridi… sorrido.

E poi leggeri a correre in compagnia di Giovanna, ad incitare il buon Caldiroli impegnato nel suo tiratissimo allenamento, a spingere anche io verso casa pensando ai programmi futuri.

Programmi che prevedono domenica prossima la gara di GENOVA. Dopo Vigevano infatti voglio partecipare ad un’altra tappa del circuito THE RUN organizzato dalla Gazzetta dello Sport e gara Nazionale Fidal. 10 km tra il porto antico e le viuzze intricate del centro storico. Nuovi amici da incontrare e nuovi avversari da sfidare.

Poi (magari) staccherò la spina per una-due settimane. Non che sia stanco o logorato o nauseato dalla corsa, anzi. Non son mai stato così in forma in vita mia ma è da gennaio che gareggio, oltre 40 gara sempre migliorandomi ed è giusto che doni al mio corpo un po’ di riposo per assimilare tutto il lavoro compiuto in questo periodo. E per i molti che non comprendono il senso del riposo autunnale ecco una storiella che avevo scritto l’anno scorso proprio in questo periodo su questo sito:

Un bambino sui 10 anni se ne stava da alcuni giorni a cavalcioni sul muretto che delimitava la proprietà di un contadino. Non diceva nulla ma continuava a grattarsi la testa e ad allargare le braccia sconfortato. Un giorno il contadino, curioso per quell’atteggiamento, si avvicinò e gli domandò come mai se ne stava li da tutto quel tempo così abbattuto. “Non capisco una cosa“, gli rispose il bimbo chiudendosi ben stretto nel suo giubbino logoro, “e dire che ci ho pensato a lungo.

Dimmi pure“, lo esortò il contadino.

Il fatto è”, riprese il bambino, “che con tutta la fame che abbiamo noi del paese tu e tutti gli altri fattori della zona non avete coltivato niente in questo autunno e ve ne state lì a guardare il vostro campo, ad ararlo e a spanderci sopra letame. Ma da quando in qua spargere cacca di mucca sulla terra fa crescere le spighe per il nostro pane?

Il contadino sorrise alle giuste proteste del bimbo. “Vedi piccolo, non è che noi non vogliamo piantare nuove colture per questo autunno. Già la terra ci ha dato tanto frutto per tutto l’anno ed ora si è indebolita. Ha bisogno di riposare come tu riposi tutte le notti e poi anche le estati. Se studiassi sempre alla fine saresti esausto e abbandoneresti la scuola prima degli esami del quinto anno.

Voglio ben dire“, ribattè secco il bimbo.

Ecco allora perchè anche la terra ha bisogno di riposare, di riacquistare forza, nutrimento che poi ci ridarà abbondantemente nella primavera e nell’estate futura. Ora vedi questo campo arato e all’apparenza sembra un luogo abbandonato ma non lo è ed il suo riposo è più importante di qualsiasi altra coltura che vi potrei piantare.

Lo stesso vale anche nella corsa. Adoro l’autunno perchè dopo molto aver stressato il proprio organismo durante gli allenamenti e le gare di un’intero anno gli si da il tempo di riposare e di ricostruirlo più forte di prima. La settimana di riposo dalla corsa è simile a quei campi di mais tagliati e lasciati con le loro stoppie a riposare nel silenzio delle nebbie autunnali. Il mese futuro in cui mi concentrerò principalmente sulla corsa lunga, sul potenziamento muscolare, sugli sprint in salita, sui medi è invece paragonabile all’aratura dei campi. Il vomere penetra nella terra e la modella, la sconvolge, la rafforza. E’ un periodo, come il riposo dopo l’aratura, in cui non si gareggia, in cui sembra che tu non esisti più per il mondo delle corse ma invece ti stai preparando, stai adattando il tuo corpo a dar più frutto, a sostenere gli allenamenti veloci che farai più avanti.

Ed il bello è vedere che, dopo esser andato volutamente fuori forma, la condizione piano piano migliora e ritornano i tempi di prima e poi ancora più forte. E quel bambino a cavalcioni sul muretto allora sarà il tuo tifoso e saprà aspettarti nelle prossime gare quando rientrerai più forte di prima. Come te anche lui avrà fame di emozioni e di successi. E poi, dopo tutto, sarà bello rifiorire da quel letame che seppur utile resta sempre letame…

E tutto questo l’ho scritto un anno esatto fa e devo dire che si è avverato in pieno!

 

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