Adoro le ripartenze

Campo arato 1Un bambino sui 10 anni se ne stava da alcuni giorni a cavalcioni sul muretto che delimitava la proprietà di un contadino. Non diceva nulla ma continuava a grattarsi la testa e ad allargare le braccia sconfortato. Un giorno il contadino, curioso per quell’atteggiamento, si avvicinò e gli domandò come mai se ne stava li da tutto quel tempo così abbattuto. “Non capisco una cosa“, gli rispose il bimbo chiudendosi ben stretto nel suo giubbino logoro, “e dire che ci ho pensato a lungo.

Dimmi pure“, lo esortò il contadino.

Il fatto è“, riprese il bambino, “che con tutta la fame che abbiamo noi del paese tu e tutti gli altri fattori della zona non avete coltivato niente in questo autunno e ve ne state lì a guardare il vostro campo, ad ararlo e a spanderci sopra letame. Ma da quando in qua spargere cacca di mucca sulla terra fa crescere le spighe per il nostro pane?

Il contadino sorrise alle giuste proteste del bimbo. “Vedi piccolo, non è che noi non vogliamo piantare nuove colture per questo autunno. Già la terra ci ha dato tanto frutto per tutto l’anno ed ora si è indebolita. Ha bisogno di riposare come tu riposi tutte le notti e poi anche le estati. Se studiassi sempre alla fine saresti esausto e abbandoneresti la scuola prima degli esami del quinto anno.

Voglio ben dire“, ribattè secco il bimbo.

Ecco allora perchè anche la terra ha bisogno di riposare, di riacquistare forza, nutrimento che poi ci ridarà abbondantemente nella primavera e nell’estate futura. Ora vedi questo campo arato e all’apparenza sembra un luogo abbandonato ma non lo è ed il suo riposo è più importante di qualsiasi altra coltura che vi potrei piantare.

Lo stesso vale anche nella corsa. Adoro l’autunno perchè dopo molto aver stressato il proprio organismo durante gli allenamenti e le gare di un’intero anno gli si da il tempo di riposare e di ricostruirlo più forte di prima. La settimana di riposo dalla corsa che ho appena concluso è simile a quei campi di mais tagliati e lasciati con le loro stoppie a riposare nel silenzio delle nebbie autunnali. Il mese futuro in cui mi concentrerò principalmente sulla corsa lunga, sul potenziamento muscolare, sugli sprint in salita, sui medi è invece paragonabile all’aratura dei campi. Il vomere penetra nella terra e la modella, la sconvolge, la rafforza. E’ un periodo, come il riposo dopo l’aratura, in cui non si gareggia, in cui sembra che tu non esisti più per il mondo delle corse ma invece ti stai preparando, stai adattando il tuo corpo a dar più frutto, a sostenere gli allenamenti veloci che farai più avanti.

Ed il bello è vedere che, dopo esser andato volutamente fuori forma, la condizione piano piano migliora e ritornano i tempi di prima e poi ancora più forte. E quel bambino a cavalcioni sul muretto allora sarà il tuo tifoso e saprà aspettarti nelle prossime gare quando rientrerai più forte di prima. Come te anche lui avrà fame di emozioni e di successi. E poi, dopo tutto, sarà bello rifiorire da quel letame che seppur utile resta sempre letame…

 

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9 Risposte a “Adoro le ripartenze”

  1. Se ci fosse lo smile che applaude avrei riempito il post!!!!
    So che hai ragione, e nonostante riposare dalla corsa dovrebbe esser più semplice che affaticarsi, mi riesce sempre molto difficile…
    A presto!

  2. Dopo questo post posso anche chiudere il Blog! Oppure assoldare qualcuno che mi scriva i testi…
    Complimenti Matteo!
    Non sono d’accordo sullo staccare completamente, a meno che non sia un allontanarsi per troppo stress mentale. Penso che il fisico ne risenta del tiramolla del corro non corro. E’ come tenere il riscaldamento di una casa al minimo per non far gelare i tubi. Ecco, per uno che corre i tubi non si devono gelare perchè quando parte il riscaldamento si possono rompere per la tensione data dal caldo improvviso.
    Ciao, a quando la prossima gara?
    Mario

  3. Lo so Beppe che è difficile. Dopo 2 giorni di riposo volevo già riprendere ma ho resistito fino a domenica ed ora mi risento pieno di energie da spendere nella preparazione invernale.

    Mario, il tuo paragone è azzeccatissimo (e degno di permetterti di non assoldare nessuno per i testi del tuo blog). Una settimana di riposo assoluto però mi ha permesso di riassorbire tutto il lavoro fatto da febbraio ad oggi. Inoltre una settimana non è bastata a raffreddare completamente il motore. Il trucco è riprendere con gradualità aspettando che il calore dei tubi ti scaldi, con pazienza, senza fretta, e piano piano che ti senti avvolto nel calore della forma puoi iniziare a sparare le tue cartucce negli allenamenti e nelle gare. A proposito di gare sicuramente farò quella di Bogogno del 15 novembre e forse, come allenamento, quella di Casorate del 1 novembre. Poi cross e forse mezza a gennaio.
    Ciao

  4. Matteo Matteo, tu fai impallidire un qualsiasi blogger … ma una domanda sorge spontanea!
    “Tutti i campi e tutti i terreni sono uguali?” Forse dipende da che cosa vi è stato fatto “crescere”.

    Allora se vai ci vediamo alla Pu.Ma Race, ci sarò anch’io.
    Come cross pensi di fare il Winter Challenge?
    Ciao

  5. Vedi Daniele, non è importante il valore del campo o del terreno ma piuttosto quello che da esso si riesce a ricavare. Certo da un campo ricco di elementi e di sostanze nutritive sorgeranno distese di frumento e polposa frutta mentre da un terreno di alta montagna, roccioso, non sorgerà che qualche margherita o al massimo due-tre stelle alpine. Ma ora tu dimmi, non si loda il Signore sia per le distese di grano che per l’umiltà di una margherita d’alta quota? Se da un campo si può ricavare al massimo una manciata di more ed alla fine della stagione nelle mani del contadino ci sarà proprio una manciata di more allora esso sarà contento e realizzato anche se nessuno parlerà di lui. Se invece da un campo si possono ricavare 2000 tonnellate di frutta dei più rari gusti ma alla fine della stagione il contadino presenterà al suo banco solo 1000 tonnellate di mele, si buone ma solo 1000, questo contadino non sarà poi così contento sapendo di aver perso metà del suo guadagno.

    Ma smettiamola coi paragoni se no al posto di trovarci su un blog di corsa passeremo ad uno di letteratura.
    I cross che farò questo inverno non so ancora quali saranno. In teoria noi della Palzola puntiamo a qualificarci per gli Italiani Assoluti a Squadre dal momento che dall’anno prossimo oltre a Montagna arriveranno altri nomi importanti…

  6. Grazie Matteo, il tuo articolo mi ha ridato voglia di impegnarmi sia nella corsa che nella vita.
    Ci vediamo alle gare.

  7. Bravo Matteo, il tuo modo di parlare in parabole è ammirevole, io lo chiamo semplicemente “staccare la spina”…è più immediato ed è quello che sto facendo questa settimana.
    Per la ripresa, sono più graduale e sono abituato a lavorare soprattutto in questi periodi con nuoto o bici.
    Queste due attività hanno preso il posto quest’anno delle uscite defaticanti, i risultati sono arrivati, e saranno la base della mia graduale ripresa, l’importante è saper scegliere il momento giusto per la pausa ascoltando il proprio fisico e la propria mente anche se il cuore magari ci porta a strafare…Beppe forse è un esempio contrario.
    Buone corse a tutti e buon riposo, ci si vede a Cocquio l’8 novembre, ciao
    Davide

  8. E bravo Davide. Nella settimana in cui ho staccato la spina anche io ho fatto degli sport alternativi e cioè la camminata. Purtroppo non posso nuotare perchè non so neppure stare a galla mentre la bici mtb me l’hanno rubata 7-8 anni fa fuori la chiesa e da allora non l’ho più ricomprata… Comunque gli sport alternativi sono l’ideale per non sollecitare troppo tendini e articolazioni e per svariare un pò anche la testa restando comunque in forma. Forza Davide che ci vediamo a qualche gara e complmenti per la tua impresa alla Ecomaratona del Chianti!!

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